DISARMARE IL CUORE
Chi siamo, ora che tutto cambia?
Cosa facciamo quando tutto gira?
Silenzio.
La conchiglia si avvicina al mio orecchio, delicata e dice: possiamo Essere.
Il fare, i nomi, i ruoli fluttuano.
Ma resta l’abbraccio nudo dell’Essenza.
L’energia ci attraversa, viva, grezza.
Qualcosa si accende dentro.
Ancora informe.
Si raffinerà — ma ora, siamo qui.
Siamo un battito.
Diamantino.
Una presenza che ricorda.
Una lacrima dorata sull’orlo dell’occhio.
Un sorriso silenzioso, gli occhi pieni di tutto.
La vita che riceve e si dona.
Potente come l’onda.
Nessuna forma contiene il suo flusso profondo.
Sussurra la conchiglia: presta attenzione al movimento sottile
della vita nuova che si sveglia.
La senti?
Senti la dissolvenza che disfa i bordi delle cose ordinarie?
Le pareti si sgretolano.
E ci chiedono di celebrare: un sentire nudo, vibrante, originario — spoglio di preconcetti, libero da ciò che ci tiene lontani dal respiro dell’ignoto.
Ora lo percepiamo, vivo, imminente, in ogni istante.
Come l’orlo di un travolgimento che ribalta le carte.
Non per distruggerci —
ma per sciogliere la durezza che abbiamo indossato.
Poi mi dice, soffiando più piano: per “adiamantarci”, così la pietra grezza diventa luce cristallina.
Perché il cuore, quando si disarma,
ritrova la sua natura alchemica: trasforma in oro tutto ciò che bussa alla sua porta.
Non resiste — accoglie, nutre, ama.
Non erige muri, ma rimane caldo
E il suo battito… non serve posare la mano sul petto per sentirlo.
Lo percepisci ovunque: nel silenzio, in uno sguardo, nell’aria che vibra.
La conchiglia, con un soffio lieve, sussurra: un cuore che si disarma è un cuore che resta.
Non scappa, non si indurisce facilmente.
Si lascia sfiorare.
Si lascia sentire.
Quando qualcosa lo tocca, non chiude.
Si apre di più.
Tocca a sua volta –
senza chiedere,
senza trattenere.
Solo presenza.
Solo pelle viva.
La ferita si fa soglia.
E l’amore, terra sacra da attraversare.
Molti hanno imparato ad ignorare il suo battito.
Si è fatto piccolo, nascosto tra i rumori del mondo.
Ma in silenzio vegliava: custodendo ciò che un giorno avreste ricordato.
Lo sapeva. Non ha mai smesso di tenere accesa la fiamma.
Ma ora, in questo Tempo Nuovo, desidera espandersi.
Si apre, come un cerchio nell’acqua
che si allarga in onde di pura presenza.
All’improvviso la conchiglia scivola tra le mie mani.
E poi in un movimento magico e imprevedibile,
salta e veste le sue ali,
poi ritorna a nuotare,
libera nell’aria.
Per tutti noi, dalla conchiglia
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